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La loro motivazione è la nostra

Come vive la sua scelta chi è sul campo in Africa, proprio adesso, con tutte le difficoltà causate dall’epidemia Covid-19? Potevamo trovare risposte elaborate, magari un po’ di circostanza.
Invece vogliamo far parlare la viva voce di chi c’è, là sul campo, i nostri medici, infermieri, logisti, coordinatori di progetto, quelli che a tutte le ore, del giorno e della notte, si stanno impegnando con concretezza e competenza in contesti tutti diversi e tutti sfidanti. Li avete visti, ascoltati, ammirati anche, in questi giorni, grazie a una serie che ha preso il via il 26 marzo, un video-racconto speciale “Covid-19 Il nostro impegno tra Italia e Africa” che arriva oggi alla sua 11° puntata e sta attraversando tutti i paesi di intervento di Medici con l’Africa Cuamm. Abbiamo cercato di lato, quasi nelle pause, nelle sospensioni del loro racconto su quello che stanno facendo, il “perché”, la motivazione profonda che li sospinge, li incoraggia, li rende ostinati. Prendiamoci tutti questo spazio di ascolto: la loro motivazione è la nostra, loro sono il nostro “con” l’Africa e noi siamo il loro, perché non possiamo smettere di sostenerli anche con un piccolo contributo e con il nostro incoraggiamento. Proprio adesso.

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Fare ognuno la propria parte senza lasciare indietro nessuno

Fabio, Paola, Giulia, Noemi, Ketty, Daniela, Stefano, Federica, Alberto, Mauro e altri ancora. Nella determinazione di fare ciascuno la propria parte, con passione, anche quando costa di più.
Ci sono anche queste storie da raccontare, di quelli che sono tornati dalla loro esperienza di servizio in Africa - chi da poco tempo, chi da più – e si sono dovuti confrontare duramente con l’emergenza coronavirus qui in Italia. Sono tutte raccolte in una sezione speciale, “Voci dall’Italia”.
Come hanno usato l’esperienza maturata sul campo? Come si sentono impegnati anche nei nostri territori? Tra gli altri, ce lo raccontano Paola e Fabio: «Senza dubbio l’Africa ci ha insegnato tantissimo. Impari a ragionare in maniera più lineare, con meno carta in mezzo tra te e quello che stai cercando di fare. Ti abitua ad un approccio più pragmatico. La scuola africana ci ha forgiati: impari a fare quello che puoi e ad accettare che non puoi fare altrimenti. Adesso il mio “ultimo miglio” l’ho trovato qui in Italia e ho la fortuna di fare quello che mi appassiona. Come gruppo di Bologna cerchiamo di tenere virtualmente la nostra riunione settimanale, sia per mantenere una parvenza di “normalità”, sia per creare uno spazio di vicinanza, condivisione e confronto su tutto ciò che sta accadendo. Per noi ora è fondamentale mantenere vivi i contatti e l’attenzione anche attraverso i social, sempre “in stile Cuamm” fiducioso, positivo».

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