Giovanni Torelli, medico Cuamm e rappresentante paese in Tanzania, ci racconta che cosa significa per lui costruire ogni giorno #lostessofuturo in Africa: «Occuparsi del diritto alla salute, in contesti in cui il diritto alla salute non solo non è garantito ma la gente non sa neppure di averlo, vuol dire riannodare quel filo spezzato che unisce i destini dei popoli del nostro pianeta. La salute di base, con la scuola, rappresenta il perno per lo sviluppo e la crescita di una popolazione, di una comunità, di una società. Garantire la salute materno-infantile attraverso il programma “Prima le mamme e i bambini. 1.000 di questi giorni” significa combattere le morti neonatali e materne di parto dovute a complicanze ostetriche intollerabili per chiunque, non solo per chi svolge la professione di medico, e qui, in Tanzania, si verificano con una frequenza 100 volte superiore rispetto all’Italia. Prendersi cura dei bambini, per me vuol dire, in prospettiva, prendersi cura degli adulti di domani, che potranno liberamente scegliere cosa fare della loro esistenza: questa dovrebbe essere la condizione più giusta per ogni cittadino del mondo».
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