• Articolo Un ospedale alla fine del mondo

    “Qui alla fine del mondo c’è un ospedale rosso e bianco dove la vita e la morte si incontrano ogni giorno, dove miracoli e tragedie stanno su letti affiancati, dove la notte fa paura e l’alba arriva piena di domande, dove il sole splende impietoso allo stesso modo su chi guarisce e su chi non ce la fa.

    Nell’ospedale rosso e bianco non c’è mai silenzio. Di giorno, di notte, i suoni della vita e della morte riecheggiano in ogni angolo. La vita ha il suono del pianto dei neonati, piccoli per lo più, perché il caro prezzo della malnutrizione valica le generazioni; delle risate dei bambini che quando migliorano, si alzano e saltellano fuori dal reparto con fasciature, gessi, accessi venosi e tutto; del canto dell’acqua che schizza preziosa dalla fontana di fronte alla quale tutti attendono in fila, senza fretta. E la morte? Io non lo sapevo ma anche la morte ha un suono, me lo avevano detto, ma non avevo capito bene finché non ho iniziato a sentirlo. Un pianto a molte voci, acute e gravi, di donne e di uomini, che impari a riconoscere quando lo senti cominciare, a qualunque ora del giorno e della notte, e che ti artiglia l’anima.” scrive Irene Dal Rizzo, Jpo in Angola che con le sue parole ci porta nell’ospedale rosso e bianco di Chiulo.


    https://www.mediciconlafrica.org/blog/generica/un-ospedale-alla-fine-del-mondo/
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