«Per capire meglio la realtà fate un passo indietro e osservatela con uno sguardo lontano. Capirete così che la diversità, in quanto tale, non può essere inferiore», scriveva il celebre antropologo Claude Lévi-Strauss.
Capire la diversità è parte integrante del nostro lavoro, perché ancor prima di offrire le cure sanitarie, è necessario interrogarsi su quali siano i bisogni delle popolazioni, conoscerle, con rispetto e ascolto.
Si scopre così che in un posto fertile come l’Etiopia, i bambini soffrono di malnutrizione e il problema non sta nella mancanza di ingredienti di base, ma nel fatto che si mangia tutti in unico piatto e i più piccoli rimangono indietro. La necessità di badare a famiglie numerose in cui accompagnare un figlio in ospedale significa lasciarne soli molti altri, o la volontà di partorire nella posizione tradizionale della propria popolazione preferendo stare nel villaggio piuttosto che in un centro sanitario sicuro sono solo alcune delle sfide che incontriamo sul campo: sfide culturali, che come medici in missione in un altro continente siamo chiamati a intraprendere.
Sabato 22 febbraio a Milano il Cuamm sarà presente all’Anthropology Day per partecipare alla riflessione su come “Combattere la malnutrizione favorendo un cambiamento culturale”.