• Articolo Una tregua inaspettata

    «Jaelle ha la pelle di tutto il corpo fissurata a causa di quella che nei giorni seguenti diagnosticheremo essere una “SSSS” (Staphylococcical Scalded Skin Syndrome), una malattia che credevo fosse relegata al libro di microbiologia del mio terzo anno di medicina» racconta Gulia Debertolis, Jpo che sta prestando servizio con il Cuamm nella Terapia intensiva del Complesso Ospedaliero Universitario Pediatrico di Bangui in Repubblica Centrafricana. «Sta patendo un dolore inimmaginabile, ma nell’istante in cui mi vede arrivare, si spaventa come se avesse visto un fantasma e comincia ad urlare strabuzzando gli occhi: “Mondjouuuu” (“bianca”). A nulla serve il mio tentativo di spiegarle con la mediazione del mio collega Saturnin che non le farò del male e che sono lì per prendermi cura di lei. Insegniamo alla madre ad assisterla con i guanti, a lavarla due volte al giorno con soluzioni sterili, a darle da mangiare i cibi più proteici per aiutare la guarigione. L’infaticabile madre sembra l’unica che riesca a tenere a bada i capricci della piccola, che ha un carattere tutt’altro che remissivo, e Jaelle con le sue cure pazienti (e i nostri antibiotici) sta sempre meglio. L’ottavo giorno di ricovero mi chiama da lei, “Mondjou!”. Mi avvicino e sollevo la zanzariera: mi guarda senza farsi scorgere dagli altri e mi porge tremante la manina scorticata, che si sta lentamente cicatrizzando, in un gesto che si fa per chiedere e dare il saluto alle persone di cui si pensa di potersi fidare. Il suo modo per dirmi che possiamo stabilire finalmente una tregua».­­­­


    https://www.mediciconlafrica.org/blog/la-nostra-voce/news/una-tregua-inaspettata
  • Condividi con