Maria ha due anni e riposa tranquilla, avvolta in un telo a fantasie colorate, in braccio alla madre, poco più che ragazza. Il padre è scomparso subito dopo il concepimento, e su di loro veglia la nonna di Maria, una donna dai capelli corti, lievemente striati di grigio, dai muscoli nervosi, lo sguardo duro ma consapevole.
A gennaio, quando la piccola aveva appena un anno e mezzo, è stata visitata da George, l’operatore comunitario di Medici con l’Africa Cuamm che ha il compito di monitorare lo stato di malnutrizione degli abitanti del villaggio in cui vive la famiglia. L’uomo, dalla stazza imponente e di poche, misurate, parole, ha riscontrato in Maria una malnutrizione di tipo severo e acuto, la più pericolosa, quella che, se non trattata, porta alla morte. Seguendo la procedura, George ha convinto la nonna ad andare con la piccola nel centro di salute più vicino, dove le è stato immediatamente fornito il cibo terapeutico, un alimento ad alto apporto energetico.
Maria è una dei tanti bambini trattati nell’ambito di due grandi progetti attualmente in corso in Tanzania, con l’obiettivo di intervenire contro la malnutrizione. Questa condizione, nella sua forma cronica, colpisce il 34,4% dei bambini sotto i 5 anni, mentre la malnutrizione acuta colpisce il 4,5% della popolazione.
L’impegno di Medici con l’Africa Cuamm per garantire una corretta nutrizione è stato di recente riconosciuto e premiato dal Primo Ministro Kassim Majaliwa al Joint Multisectoral Nutrition Review (JMNR, Incontro intersettoriale sulla nutrizione), dal titolo “Good Nutrition: a key to Industrial Development in Tanzania” (Nutrizione bilanciata: la chiave dello sviluppo industriale in Tanzania). «Un riconoscimento significativo per il grande e ostinato lavoro che il Cuamm svolge in Tanzania nella lotta a ogni forma di malnutrizione» dice Edoardo Occa, esperto comunitario capo progetto.
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